​“Il coraggio non è la mancanza di paura ma la consapevolezza

che esiste qualcosa di più importante della paura stessa.“
-Ambrose Redmoon-


E’ finita l’estate e l’arrivo dell’autunno porta con sé anche la ripresa scolastica, momento atteso ma anche temuto da molti bambini e ragazzi. Purtroppo un numero fin troppo elevato di bambini che conosco detesta la scuola, per alcuni rappresenta addirittura una sorta di prigione!

Perché la scuola può fare paura?

La scuola è un contesto sociale molto importante ma non sempre facile per i bambini, che si trovano a confrontarsi con il gruppo dei coetanei all’interno di alcune regole e aspettative sociali che inevitabilmente possono risultare incomprensibili o frustranti. Allo stesso tempo la scuola è una splendida palestra di vita! Lì il bambino sperimenta, conosce, cresce, lasciando man mano la dimensione protetta della famiglia per esplorare il mondo al di fuori di essa.

Cosa osservare nel bambino?

Se è normale nei primi giorni il bisogno di avere la mamma vicino, qualche difficoltà nell’addormentamento o un minor appetito, questi segnali devono invece destare dei sospetti se si protraggono nel tempo o se si manifestano improvvisamente nel corso dell’anno scolastico. Prestiamo attenzione a questi dettagli:

  • Quando compaiono? Sono sintomatici se compaiono ad esempio alla Domenica sera o al Lunedì mattina.
  • Cosa sta facendo? Se questi malesseri vengono manifestati anche quando il bambino è impegnato in attività piacevoli, come ad esempio il gioco, segnalano che qualcosa non va.
  • Quando passano? Se passano con la vicinanza del genitore, ad esempio addormentandovi insieme, non vanno sottovalutati.

Come capire dov’è il problema?

All’interno del contesto scolastico le situazioni scatenanti possono variare molto:

  • Cambiamento di un insegnante;
  • Litigio con un compagno;
  • Atti di bullismo e prevaricazione.

Non è sempre facile sapere dai diretti interessati cosa provoca loro ansia e paura. E’ importante allora parlare con gli insegnanti, creare ed alimentare un dialogo costante e una stretta collaborazione con la scuola è un primo elemento protettivo rispetto alle situazioni di disagio scolastico e relazionale.

Cosa può fare il genitore?

  • Innanzitutto non serve rimproverare il bambino: il mal di pancia o gli incubi non sono capricci ma piuttosto espressione di uno stato di stress emotivo.
  • Chiedere, ascoltare e capire: a volte può aiutare prendersi un momento tranquillo genitore-figlio dove parlare del malessere in corso cercando insieme delle strategie per affrontarlo.
  • Creare col bambino una sorta di “amuleto protettivo”: un oggetto che insieme avete investito di "poteri magici”, dove il genitore abbia li personificato la propria vicinanza e la propria stima. Questo oggetto potrà essere utile al bambino che, stringendolo, potrà sentire la forza e la sicurezza datagli dal rapporto di fiducia con mamma e papà.

L’avventura di essere genitori è un percorso lungo una vita, ricco di soddisfazioni e di ostacoli. Formare una squadra è la base serena di questo percorso. Buon viaggio!