“Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato,
ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere.”
(Marian Wright Edelman)
Ti è mai capitato almeno una volta nella vita di pensare di essere simile o del tutto diversa da tuo padre o tua madre? Questo pensiero può sbucare mentre affronti una situazione qualsiasi e sei colta da un improvviso slancio di auto-osservazione. O magari il tuo partner, molto simpaticamente, te lo fa notare (di solito i partner sono molto bravi in questo!).
Che tu sia o meno genitore, questa considerazione a volte fa un certo effetto vero?
Non sto parlando di somiglianze fisiche, ma di affinità e differenze a livello di reazioni emotive a certe situazioni, di come imposti il rapporto con gli altri, di come organizzi ruoli e funzioni nella famiglia, di credenze e scelte valoriali ecc.
In poche parole sto parlando di modelli familiari. Cosa sono?
Sono una sorta di bussola “di come fare, essere e credere” che inconsapevolmente ti guida nelle scelte di vita di ogni giorno.
Certo queste riflessioni possono farci provare stupore, tenero affetto, sollievo, notevole disappunto o addirittura totale rifiuto. Ma qualsiasi sia la tonalità emotiva che le accompagna, questo meccanismo di per sé è tanto naturale quanto inevitabile, specialmente progettando una famiglia.
QUANDO NASCI COME GENITORE…

Quando tuo figlio viene al mondo abitualmente ti dicono che imparerete a conoscervi poco alla volta: come preferisce essere tenuto in braccio, a quali stimoli è sensibile e più avanti i cibi che detesta e quelli che adora, le storie che lo appassionano e molto molto altro ancora.
Una tappa fondamentale del cammino genitoriale è imparare a conoscere te stesso come genitore in relazione a lui o a lei. È una tappa che può sembrare naturale e quindi banale. Ma non è affatto così.
L’evento nascita rende sulla carta te e il tuo compagno madre e padre, ma imparerete concretamente come essere genitori di quel particolare bambino solo ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
In questa esperienza fanno capolino aspetti di te che forse prima non conoscevi, che possono stupirti o anche farti paura. E non sempre sei come pensavi di essere!
Tranquilla! È tutto nella norma!
A volte alcune dinamiche interiori sono una specie di déjà vu, vere e proprie funzionano da macchine del tempo che improvvisamente ti catapultano indietro nell’infanzia. Ti fanno ricordare come reagiva tua madre quando qualcosa andava storto o cosa faceva tuo padre per farti divertire… e soprattutto ti fanno ricordare come tu ti sentivi in quelle occasioni.
Si mettono in moto dinamiche sperimentate con la tua famiglia d’origine, che magari ti fa piacere rivivere oppure non vorresti ripetere per nessun motivo al mondo!
Sono aspetti che ti appartengono e con cui un po’ alla volta familiarizzi, diventano cioè parte del tuo modo di fare famiglia.
…CONOSCERE L’ALTRO GENITORE…
Impari a conoscere non solo te stesso in veste di genitore, ma anche il tuo partner!
Già, perché tutto questo pullulare di scoperte, ricordi, valori che scoppiettano qua e là lo devi moltiplicare per due! Nella vita dei figli si incrociano ben quattro “bagagli familiari”, ne arrivano due per ogni genitore! Gran confusione? Io preferisco parlare di grande arricchimento.
È inevitabile che vi troviate a fare i conti con differenti prospettive e a incontrarvi e scontrarvi su queste.
Riconoscere e saper vivere la diversità non come minaccia, ma come ricchezza su cui mediare e costruire valore è uno dei CAPITALI DELLA FAMIGLIA.
…A CHI ASSOMIGLI?
Concentrati per un attimo sui tuoi pensieri:
“come sarò come genitore?”
“sarò come mia madre?”
“oddio sono proprio come mia madre!”
“spero di avere la pazienza di mio padre!”
“amo fare questo esattamente come lo amavano fare i miei genitori”
Sono tutti piccoli pensieri esempio di un processo molto più complesso che avviene dentro di te e che descrive il modo in cui trasmettiamo l’esperienza e i valori ricevuti ai nostri figli.

Quando facciamo famiglia “il come” lo facciamo e trasmettiamo il nostro bagaglio può seguire tre principali strade, che ora ti spiegherò brevemente illustrandoti anche vantaggi e rischi di ognuno:
RIPETITIVA: che a me piace chiamarla del “copia e incolla”; si ha la ripetizione inconsapevole degli stessi modelli relazionali-familiari di comportamento vissuti nella famiglia d’origine. Queste modalità dilagano non solo all’interno della famiglia, ma anche in tutti gli altri rapporti.
Non c’è spazio per la riflessione e la rappresentazione mentale delle esperienze passate che vengono ripetute senza una reale attenzione verso l’altra persona che si ha difronte. È come se si vivesse continuamente nel passato. Questa modalità si può manifestare quando in famiglia sono state subite situazioni traumatiche che non si ha avuto la possibilità di elaborare e superare.
Per esempio una madre maltrattante che a sua volta ha avuto genitori aggressivi e trascuranti è un classico caso di modalità ripetitiva di trasmissione dei modelli familiari.
Rischio= replica acritica di ciò che ci è stato trasmesso e abbiamo vissuto, con la riedizione di antichi traumi, perdita di vista dei bisogni della persona che si ha difronte.
Purtroppo qui i vantaggi non ci sono!
RIPARATIVA: che io chiamo “oppositiva”; avendo vissuto delle esperienze che si giudicano negative c’è la decisione di fare esattamente l’opposto di quanto subito nella famiglia d’origine. Il tentativo è di andare a riparare i propri bisogni rimasti inascoltati.
Facciamo l’esempio di un uomo che ha avuto genitori controllanti e autoritari che si ripromette di non assillare mai i propri figli così come hanno fatto con lui. Pur essendo mosso da buone intenzioni, alla fine scivola nel modello opposto e diventa eccessivamente permissivo, senza tener conto del valore rassicurante ed evolutivo delle regole per la crescita dei figli.
Rischio= “buttare via il bambino con l’acqua sporca”, ossia rifiutare anche ciò che di buono ci hanno trasmesso i genitori. Il pericolo è la rigidità dei comportamenti e il mettere al primo posto le proprie necessità di riparare le esperienze spiacevoli, perdendo invece di vista i bisogni del bambino.
Vantaggio= prendere le distanze da modalità relazionali ed educative potenzialmente negative per la famiglia, ma questo vantaggio diventa un rischio se si cade nel versante opposto.
TRASFORMATIVA: riconoscere ciò che di buono e di negativo abbiamo ricevuto dalla nostra famiglia in termini di valori ed esperienze e unirlo a qualcosa di nostro che abbiamo sperimentato e conosciuto al di fuori di essa. Perciò ci occupiamo dei nostri bisogni senza perdere di vista quelli delle altre persone.
Vantaggio= Questa ricetta offre le premesse per creare un modello relazionale e familiare nuovo, flessibile, creativo e unico.
Inutile dire che quest’ultima strada è quella vincente.
Avrà le radici profonde dei valori nutritivi delle generazioni passate e una chioma di nuove foglie fresche che si protendono verso il futuro.
Alcune persone funzionano in modo preponderante secondo una sola modalità di trasmissione dei modelli familiari, ma in molti casi vengono adottate tutte e tre queste strade secondo livelli differenti, che si intrecciano in vari modi a seconda delle situazioni, valori e ambiti della vita familiare.

Nel caso in cui:
- ti accorgi che hai indetto una battaglia contro i tuoi genitori della serie “gli farò vedere io come si fanno le cose” e di loro non ne vuoi più sapere;
- ti pare di non aver niente da offrire di buono ai tuoi figli di ciò che ti hanno trasmesso tuo padre e tua madre;
- quando ho parlato di esperienze traumatiche nell’infanzia ti si è accesa una lampadina;
- non ti sei mai posta delle domande su di te e su come sei come genitore;
- vivi relazioni familiari difficili e non appaganti su molti fronti;
- ti accorgi che tu e/o i tuoi figli soffrite di disagi più o meno marcati;
- ti senti spesso un genitore inadeguato, sbagliato;
Ti potrebbe essere utile riprendere in mano la tua storia e confrontarti con un professionista della terapia familiare che ti aiuti a trovare o ad ampliare la tua strada trasformativa.
Al contrario se:
- ti poni dubbi, domande;
- rifletti sul fatto che assomigli ai tuoi genitori in alcuni aspetti, modi di fare e pensare;
- custodisci con cura alcuni valori, credenze, tradizioni della tua famiglia e cerchi di renderli vivi e di trasmetterli alla famiglia che hai costruito con il tuo partner contribuendo a tramandare questa importante eredità di generazione in generazione;
- ti metti in discussione, ti confronti con le persone importanti per te e accetti di considerare anche i loro modelli;
- hai delle idee sugli errori e le esperienze negative del passato che i tuoi genitori ti hanno fatto vivere e che non vuoi ripetere;
- ti accorgi di essere anche diverso dai tuoi genitori in molte o alcune cose;
- fai tesoro di ciò che di bello hai sperimentato nella tua vita in qualsiasi occasione e cerchi di condividerla e metterla in pratica;
Allora nel tuo essere genitore c’è spazio per il modello trasformativo che ti fa assomigliare allo stesso tempo ai tuoi genitori (e magari anche a qualche persona delle generazioni precedenti) e anche a te stesso.
Sì hai capito bene, assomigli anche a te stesso!

Il tuo essere persona e come sei o sarai genitore, è una miscela di passato e presente che ti rendono unico. Una combinazione in cui tu puoi, in una certa misura, scegliere di come essere. Perché l’eredità emotiva e relazionale che più o meno consapevolmente scorre dentro di noi, non ci risparmia mai abbastanza dalla responsabilità di cercare di fare qualcosa per diventare delle persone e dei genitori “sufficientemente buoni” per coloro che ci stanno accanto.
Buona avventura a tutti!